venerdì 26 agosto 2011

THE KING IS DEAD?


Immaturo, egoista, puerile, volgare, impreparato ad affrontare la vita matrimoniale, in preda ad una regressione culturale e socio-economica. Così viene descritto, il giovane uomo moderno occidentale. Non serve più nemmeno come padre. Grazie ai prodigi della genetica, le femmine si arrangiano. E il maschio diventa un optional. In America l'accesso all'istruzione superiore è l'indicatore più drammatico del declino maschile: nella fascia tra i 25 e i 34 anni il 34% delle donne ha una laurea, contro il 27% degli uomini (censimento federale 2010 del Bureau of Labor Statistics). Lo scatto in avanti delle ragazze all'università si traduce in maggiore forza sul mercato del lavoro, le giovani donne americane  guadagnano sistematicamente più dei loro fratelli, o dei loro aspiranti fidanzati. E la tendenza comincia a contagiare anche l'Europa. Questo rende i maschi sempre meno appetibili come mariti, perchè non portano in dote nè sicurezza, nè status. La scomparsa del "buon partito" è descritta bene dalla sociologa Kay Hymowitz nel suo saggio "Manning Up: How the Rise of Women Has Turned Men Into Boys ("Farsi maschio. Ovvero: come l'ascesa delle donne ha trasformato gli uomini in ragazzi"). I maschi over 20 rimangono bloccati in quello che la Hymowitz definisce "una nuova età pre-adulta, un limbo, un'iper-dilatazione dell'adolescenza". 



In preda ad una crisi di virilità e consapevole della fine dell'impero patriarcale, oggi il 55% dei trentenni americani è ancora single. E da noi va pure peggio. La crisi del maschio è legata anche al tramonto dell'economia industriale e del lavoro in fabbrica: il maschio era modellato su quei luoghi di formazione e mestiere che oggi stanno scomparendo.
Troppo sicure di sè, aggressive e arroganti le donne avrebbero finito col distruggere la virilità maschile, rendendo il maschio vulnerabile e insicuro, per poi lamentarsi di non trovare più un "vero uomo" capace di soddisfare i loro bisogni e desideri.
Prigioniero di modelli contradditori, l'uomo contemporaneo sarebbe sempre più nostalgico del passato, quando i ruoli erano semplici, chiari e ben suddivisi. 
Quindi, che fare? Ritrovare il senso della propria virilità brutale ispirandosi a modelli del passato (come suggeriscono lo psicanalista Michel Schneider ne "La confusion des sexes", il giornalista Eric Zemmour ne "Le premier sexe" e il divertente blog artofmanliness.com) oppure imparare dalle donne la tolleranza, la generosità e la condiscendenza accettando la propria fragilità e sforzandosi di esplorare la parte femminile del proprio essere? Insomma, meglio il dolcissimo Abele o il violento Caino? 
E perchè non uscire da queste dicotomie tradizionali, ammettendo la possibilità dell'ambivalenza e della contraddizione? Forza e dolcezza, pensiero e azione, essenza e potenza, interiorità ed esteriorità non possono convivere nella stessa persona, sia essa maschio o femmina? Ma soprattutto quello che mi chiedo io è: chi li ha cresciuti, questi maschi moderni? Che ruolo hanno avuto mamme, sorelle, fidanzate e compagne, le stesse che si lamentano della disastrosa "formazione" dei loro maschi?









4 commenti:

paolo ha detto...

miseriaccia.
cosa possiamo fare?

La Ticer ha detto...

non chiederlo a me, non sono la persona più adatta. io non ho nulla da obiettare, sugli uomini moderni. quelli della mia generazione e delle generazioni successive mi vanno benissimo. ma forse sono solo stata fortunata. :D

free_rider experience ha detto...

....io credo nell'evoluzione, non ci sono meglio o peggio, ci sono evoluzioni nelle specie!! Il ruolo del maschio non è quello di un tempo semplicemente perchè la donna non è quella di un tempo, non possiamo paragonare nuovi ruoli e nuove dinamiche di società con vecchie visioni!!! Non vedo pessimismo nel futuro, vedo l'evoluzione delle persone, forse meno differenze tra i sessi, e più possibilità di cambiarsi i ruoli, vedo più cultura più sensibilità, un attenzione diversa al benessere. Non dimentichiamoci che le generazioni precedenti alla nostra non avevano le nostre aperture mentali, il più era impegnato a sbarcare il lunario e la donna usciva dal medioevo....la parità dei sessi non è li da sempre, sono solo pochi decenni!!!
Io vi pongo un altro quesito, LA DONNA E' IN GRADO DI GESTIRE TUTTO IL POTERE CHE HA IN MANO OGGI??? la mia paura che tutta questa evoluzione in tempi brevi porti scompensi proprio per questo!!! ma confido sempre nell'evoluzione, gli anni che verranno porteranno sempre più consapevolezza nei due generi che uno senza l'altro non hanno senso di esistere!!!

La Ticer ha detto...

Concordo con te su quasi tutto, ma quando parli di "potere che ha in mano la donna" un po' meno... in Italia donne ai posti di comando ce n'è ben poche, la maternità è sempre vista come un ostacolo alla carriera, gli stipendi sono decisamente inferiori a quelli maschili e le donne per tenersi il posto di lavoro tendono ad assumere il peggio dei comportamenti tipicamente maschili (aggressività, prevaricazione, egoismo). Ovviamente non si può generalizzare, nella mia esperienza lavorativa ho avuto a che fare con maschi e femmine di ogni genere, molto dipende anche dal carattere e dall'ambiente nel quale si è costretti a convivere. Spero soltanto che l'evoluzione porti ad una maggiore intercambiabilità dei ruoli, come dici tu, ma c'è bisogno anche di una mano da parte delle istituzioni, perchè le donne stanno smettendo di fare figli e un Paese di vecchi non ha futuro, purtroppo.